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mercoledì 2 novembre 2011

Autunno e crisi di coppia


Le statistiche dicono che l’autunno è il periodo di maggior richiesta di separazioni e divorzi.

“Fino a metà ottobre” - dichiara Annamaria Bernardini De Pace, esperta avvocato matrimonialista – “c’è un’impennata di separazioni e divorzi”.

Cosa succede a tante coppie in questo periodo dell’anno?



Per comprenderlo al meglio, esporrò brevemente le fasi attraverso cui si forma una coppia.

La fase iniziale, caratterizzata dall’illusione, è quella dell’innamoramento e del primo periodo della relazione, coinvolgente e sognante, e questo periodo è percepito dai partner come promessa di futuro amore e idillio.
E' la fase dell’illusione per eccellenza: ognuno propone, inconsapevolmente, un immagine ideale di sé, che attrarrà il partner, e l’altro proietterà sul compagno il partner ideale che desidera e sogna da sempre. Quindi la coppia vivrà un periodo di accordo, in cui non si hanno richieste di cambiamento verso l’altro.
Alcune delle aspettative illusorie che si ripongono nell’altro sono:
- per la donna: “lui mi salverà”, “lui mi renderà felice”
- per l’uomo: “lei capisce il mio valore”, “lei non vuole cambiarmi, mi accetta per come sono”.

Ma la fase successiva, naturale evolversi degli eventi, è in agguato: è la fase della delusione, da cui poi scaturirà il percorso futuro della coppia, più o meno funzionale.
E’ la fase della differenziazione: emergono più chiaramente somiglianze e differenze, punti di contatto e punti di divergenza tra i partner.
Ciascuno scorgerà nell’altro qualità e difetti. In questo periodo, rispetto alla fase precedente, si ha meno voglia di stare insieme.
Questo è un momento critico per la coppia, poiché si verifica la “delusione” delle aspettative, eccessive, non realistiche, che si erano riposte nell’altro, e richiede una presa di coscienza ed una rinegoziazione, in assenza della quale, la delusione potrà assumere caratteristiche e sviluppi diversi.
Se tutto andrà bene, la coppia supererà questo momento e ne uscirà rafforzata, altrimenti, si potrà verificare una fissazione nella delusione, che impedirà l’evoluzione costruttiva della coppia e che metterà in luce nel futuro i limiti e le difficoltà del rapporto.
Ciascuna coppia ha più o meno risorse per superare questo momento critico: per alcune questa crisi sarà l’occasione per dar vita ad una nuova relazione, passando dalla delusione alla “disillusione”, in cui ciascun partner si formerà un giudizio realistico sull’altro, accetterà la realtà propria e del partner, si accetterà anche ciò che non si condivide dell’altro e si accetteranno le differenze.

Per altre coppie la crisi è destinata ad irrigidirsi e cristallizzarsi nella delusione, senza possibilità di evoluzione e di uscita, questo potrà provocare un vero e proprio “circolo della delusione”, in cui i partner tentano costantemente di ripristinare l’illusione della prima fase, il fallimento di questo tentativo non fa che alimentare la delusione.
Si continua a chiedere a lui di essere il principe azzurro: che sia un compagno che ascolti, che comprenda, che sia un padre presente e un amante appagante.
E a lei si chiede di essere la donna dei sogni: autonoma ma anche dipendente dal proprio compagno, forte e fragile al tempo stesso, di essere sessualmente attiva e madre attenta.

Ora possiamo tornare al nostro iniziale quesito:
cosa succede a tante coppie in autunno?

Spesso la coppia ha trascorso una vacanza estiva stancante, in cui aveva riposto tante aspettative, non solo di riposo, ma anche di ritrovare un’intesa di coppia che manca da un pò.
Molto spesso, durante il periodo lavorativo, si imputa allo stress e al logorio del lavoro, degli impegni, delle incombenze e delle scadenze, la tensione che si vive nel rapporto, confidando che le vacanze potranno portare un pò di sollievo.
In vacanza si passa molto tempo insieme, a differenza del resto dell’anno, in cui si è sempre di corsa e impegnati. E’ proprio in questo periodo che può farsi sentire di più la delusione e l’insoddisfazione verso il partner e verso la relazione.
Quando si lavora, è facile addebbitare la tensione di coppia allo stress e alla stanchezza dei ritmi frenetici di tutti i giorni… ma in estate questo alibi cade…
Durante le vacanze, i partner ripongono delle speranze destinate ad essere disattese, e diventa via via più evidente che l’intesa non migliora.
Così, se il rapporto di coppia è in difficoltà, è proprio in estate che si sfogano le frustrazioni accumulate sull’altro e al rientro si può maturare la decisione di separare le proprie strade.
Un’indicazione, se si vive una crisi o un conflitto di coppia, è innanzitutto quella di cercare una comunicazione basata su una reale disponibilità all’ascolto e al desiderio di comprendere e trovare un terreno comune e condiviso, comprendendo insieme che non è l’altro che ci ha necessariamente deluso, ma che forse abbiamo proiettato su di lui fantasie e aspettative eccessive e irrealistiche.
La comprensione di questo meccanismo ci permette di vedere ed accettare il partner nella sua totalità e realtà, portatore di caratteristiche che ci piacciono di più e altre meno.
L’amore è fatto anche di impegno, di desiderio di condividere un percorso di vita insieme, che significa anche affrontare la delusione, che sarà però passaggio verso un amore più completo e vero.

Cosa possiamo fare per permettere alla relazione di non cadere in una crisi irreparabile?Curare il nostro atteggiamento nei confronti del partner e lavorare sulla comunicazione. Ecco alcuni consigli:

1) Non indovinare
Evita di indovinare quello che il tuo partner sta pensando e sentendo, perché potresti sbagliarti e finire (inutilmente) per litigare. Quante volte ci capita di trarre conclusioni sbagliate, e di scoprirlo dopo troppo tempo o solo per caso? A volte arriviamo ad attribuire al partner intenzioni, fantasie e desideri che sono falsi, o solo parzialmente veri: un partner distante potrebbe essere semplicemente triste o afflitto da problemi, e così via. Allora non presumere, controlla!
2) Non accusare
Come è facile dire “è tutta colpa tua”. Senz’altro molto più facile che chiedersi se si ha qualche ruolo in una situazione insoddisfacente. Accusare non risolve i problemi, ma non solo, solitamente innesca una reazione negativa per cui alla prima accusa ne segue un’altra, e così via all’infinito. Le accuse impediscono di fermarsi a riflettere sulla realtà e fondatezza di un’affermazione, e soprattutto di stare in tema: una tira l’altra, come le ciligie, e in un attimo si passa da quello che si voleva dire ad accuse a tutto campo, sempre più offensive e sempre meno pertinenti.
3) Non ignorare i messaggi dell’altro
Non pensare di poter sempre capire le motivazioni più profonde del partner o le sfumature più sottili del suo comportamento. E’ difficile essere obiettivi quando si è coinvolti in una relazione, e si fa leva, più che altro, sull’abitudine. Invece ascoltare è importantissimo: ascoltare come farebbe un amico, una persona che si occupa di noi, cioè con attenzione e con amore.
4) Non dire sì quando pensi no
A volte abbiamo qualche remora a esprimere le nostre vere opinioni al partner: temiamo che si irriti o sia deluso da noi. Allora, invece di essere diretti e chiari rispetto a quanto pensiamo, finiamo per acconsentire a cose che poi non saremo disposti ad accettare, causando alla fine più guai e più discussioni di quanto sarebbe avvenuto se fossimo stati sinceri dall’inizio. Uno dei più grandi danni che un atteggiamento falsamente condiscendente apporta alla relazione di coppia consiste nel sottrarle sincerità; e una relazione insincera manca di intimità e di onestà, e in definitiva, di spessore. Dovremmo cercare di ricordare che le discussioni non necessariamente conducono alla rottura, ma anzi spesso servono ad avvicinare i partner ancora di più, creando un legame più stretto.
5) Non usare il silenzio come un’arma
Il silenzio può essere un’arma letale. E’ ovviamente più facile affrontare una discussione non violenta nella quale almeno si è in grado di capire che cosa disturba l’altro,piuttosto che un silenzio glaciale nel quale si è costretti a tentare di indovinare in quante maniere il partner ci sta odiando. Allora, se non si vuole uccidere il rapporto,è bene imparare a esprimere il risentimento in maniera tale da farlo ascoltare, capire e risolvere. Come si può imparare a dire tutte quelle cose che sono difficili da dire? E come si può imparare a farsi ascoltare? Con molta pazienza e con molta sincerità, partendo da affermazioni di rinforzo positivo (va tutto bene, ma…) e proseguendo sui propri punti con una certa fermezza. E stando al tema: è inutile affrontare dieci questioni in una volta, meglio concentrarsi su una sola e risolverla, che iniziare una guerra a tutto tondo oppure tacere e continuare a nutrire tonnellate di silenzioso risentimento.
6) Non dare in escandescenze
E’ talmente banale che si potrebbe quasi evitare di dirlo, ma le relazioni migliori sono quelle in cui le interazioni tra i partner sono migliori. La qualità della vita di una coppia è data da molti elementi, ma il modo in cui due persone interagiscono ogni giorno è fondamentale: una coppia in cui si urla e ci si insulta facilmente e per ogni minima cosa è ben diversa da una in cui ci si parla, si discute e si litiga senza perdere rispetto per l’altro, e in cui le interazioni sono per la maggior parte gentili e amorevoli perché il piacere di stare insieme all’altro è forte e costante. Comunicare non basta: bisogna comunicare nel modo giusto.
7) Non minacciare
Anche la relazione più amorevole può degenerare in una lotta estenuante tra nemici. Non minacciare mai il tuo partner e non comportarti mai in maniera da spaventarlo,intimidirlo o tormentarlo. Se chiedessimo alle coppie i cui partner si tormentano a vicenda se veramente intendono ferirsi l’un l’altro, la risposta sarebbe probabilmente negativa. Si può arrivare a comportamenti estremi quando si è tentato per troppo tempo di affrontare il partner in modi civili senza ottenere alcun risultato, perché l’impotenza rende cattivi e in mancanza di risultati, spinge a ferire. Se siete ripetutamente arrivati a questo punto, o peggio se lo avete oltrepassato, non abbiamo molto da dirvi…
8) Non sminuire il partner
Questo è uno dei più grandi torti che possiamo fare a un essere umano: sminuire le sue vittorie, le sue capacità, le sue amicizie, le sue conquiste, le sue sofferenze…non prendere mai sul serio un’altra persona è una forma particolare e sottile di crudeltà mentale ed è un pessimo segno riguardo a chi è incapace di misurarsi con gli altri da pari a pari. Nel pieno della rabbia ognuno di noi è capace di pensare, e poi di dire, cose cattivissime; da alcune di queste si può tornare indietro, ma se l’umiliazione che abbiamo provocato nell’altro è troppo forte, il rapporto può essere compromesso. Oltrettutto, raramente in questo modo si arriva alla soluzione di un eventuale conflitto,perché l’altro sarà tentato di negare, oppure di rispondere per le rime.
9) Non cercare alleanze esterne
Quando le cose non vanno bene tra due persone, aggiungere alleati è inutile e deleterio. Se siete arrivati a un punto morto, se vi rimproverate continuamente le stesse cose e la situazione non cambia mai, l’introduzione di altre persone nello scenario non renderà la situazione più semplice o più gestibile. Lasciate il mondo fuori dalla porta: siete adulti e responsabili, voi soli sapete se c’è ancora qualcosa da salvare o se è troppo tardi. Se continuate a girare in tondo ma vorreste davvero provare a far tornare tutto come – o meglio – di prima, cercate un aiuto professionale, cioè una persona esterna alla vostra coppia e alla vostra storia che non “tenga” né per voi, né per il vostro partner.

2 commenti:

  1. Bellissimo articolo. Ma come fare quando il partner si chiude dentro se stesso, si isola e ti allontana impedendoti di comprenderlo o chiedergli semplicemente come va?
    Ultimamente vivo un rapporto fantasma dove se non sono io ad alzare il telefono possono passare mesi....eppure sono stato allontanato. Ci tengo molto a questa persona...ma una persona che sta vivendo problemi abbastanza seri ed allontana la persona amata....merita le mie attenzioni?
    Grazie, Giuseppe.

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    1. Caro Giuseppe,
      ti chiedi se questa persona merita le tue attenzioni. La mia risposta è questa: ti ama o no?Se sei sicuro che ti ama allora credo che meriti le tue attenzioni finchè tu sei disposto a concederne. Anche se lui o lei ha un brutto carattere e tende ad escludere con l'intento di aggredirti o proteggerti o proteggersi.
      Se non ti ama, tu non meriti di essere trattato in questo modo.
      Non so da quanto tempo state insieme ma mi chiedo se questo suo atteggiamento si sia già verificato in passato oppure sia una novità.
      Se è un suo modo di fare, il tuo compito è di trovare un ruolo in quei momenti in cui ti esclude. Puoi essere colui che chiama ogni giorno non per sapere come sta l'altro ma solo per ricordare che tu ci sei e che non lo abbanoni, puoi essere la figura stimolo, che lo tormenta costantemente per farlo reagire. Naturalmente non avrai un tornaconto subito, la persona amata probabilmente non ti sarà subito riconoscente di non averla abbandonata. E poi quando starà meglio potrete parlare insieme dei motivi che lo hanno portato ad isolarsi.

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